Tirocinio Fisioterapia: Come funziona? Che si fa? Come vestirsi?

Tirocinio Fisioterapia: Come funziona? Che si fa? Come vestirsi?

Con questo articolo tocchiamo un argomento che finora non abbiamo mai trattato: il tirocinio all’università.

Quando si entra a Fisioterapia e si decide di iscriversi, già non è facile capire tutti i meccanismi dei calendari, delle lezioni e degli esami.

E in tutte le professioni sanitarie c’è un elemento di complessità aggiuntivo, cioè il tirocinio.

Le domande sul tirocinio sono diverse: Come funziona? Che si fa? Come ci si veste?

Oggi cerchiamo di dare una risposta, sperando possa tornare utile a chi inizia l’università e non vuole sorprese.

Quindi, direi di partire.

Come funziona il tirocinio a Fisioterapia?

Non ci dilunghiamo troppo nei dettagli per non annoiare, però il succo è che il tirocinio serve a fare pratica e ad applicare nel mondo reale le nozioni teoriche che ti spiegano a lezione.

Il primo anno il tirocinio è più semplice, gli anni successivi si assume sempre più autonomia.

L’obiettivo è diventare pronti per il mondo del lavoro, anche se è impossibile vedere proprio tutto tutto.

Quindi inevitabilmente appena si entra nel mondo del lavoro ci si trova un po’ spiazzati dall’assenza di un tutor e da tutta quella autonomia.

Con la conseguenza che anche nei primi anni dopo la laurea si continua ad imparare molto.

In ogni caso, anche se per molti le ore di tirocinio non sono abbastanza e vorrebbero fare più pratica, nel panorama universitario italiano la facoltà di Fisioterapia è tra le più pratiche proprio grazie al tirocinio.

Ma al tirocinio di Fisioterapia ti pagano?

No, non si viene pagati. Rientra tra le attività didattico-accademiche come le lezioni, i convegni e gli esami. E se proprio vogliamo vederlo da un altro punto di vista, siccome bisogna pagare le tasse universitarie, è il tirocinante che paga.

Un altra cosa importante da dire è che le cose che si imparano al tirocinio sono anche oggetto di esame.

Su questo punto, direi che gli esami di tirocinio vadano presi molto seriamente.

Parliamo di esami

Premessa: durante la laurea devi conseguire 180 CFU (cioè i crediti universitari).

Ai miei tempi, i tre esami di tirocinio - uno per ogni anno - ammontavano alla metà dei CFU di tutto il corso di laurea.

Infatti, ogni esame di tirocinio era da 30 CFU.

Visto che se ne faceva uno ogni anno, in totale erano 90 CFU (la metà dei 180 totali).

Immagino sia così anche adesso, ma in generale è una parte molto rilevante del corso di laurea.

Se questa cosa ti mette ansia, è assolutamente normale, non preoccuparti (ci siamo passati tutti).

Per rassicurarti, considera questo: siccome gli esami di tirocinio hanno un peso così importante, prendere un voto alto agli esami di tirocinio ti alza la media in maniera rilevante.

Questa può essere una strategia per avere l’80% dei risultati con il 20% dello sforzo.

Infatti all’università la media dei voti è una media ponderata.

Questa media determinerà il tuo voto di laurea, quindi è interesse di ogni studente fare in modo che sia il più alta possibile.

E il fatto che sia una media ponderata ha una implicazione molto importante: un voto alto ad un esame con pochi CFU fa alzare meno la media rispetto ad un voto alto ad un esame con tanti CFU (come quello del tirocinio).

Per concludere quindi, se posso darti un consiglio, tratta il tirocinio come fosse un vero e proprio lavoro:

  • Assentati il meno possibile (magari solo per impegni inderogabili importantissimi);
  • Sii sempre puntuale;
  • Non aver paura di fare domande e di ammettere di non aver capito;
  • Massima educazione e disponibilità con i tutor (che per quanto molti di loro saranno simpaticissimi e disponibilissimi, hanno comunque il ruolo di giudicarti).

Che si fa al tirocinio di Fisioterapia?

Questa è una domanda davvero molto generica, ma cerco comunque di darti una panoramica sulle diverse attività.

Per comodità, vediamo che si fa dividendolo per anno e per luogo.

In generale le attività previste dipendeono appunto dall’anno di corso in cui ci troviamo, dalla sede in cui faremo il tirocinio, dal tutor che ci seguirà.

Quando si fa il tirocinio?

Il tirocinio si fa a periodi: non si va al tirocinio tutto l’anno.

Si fa per qualche settimana alla volta, e le settimane previste sono indicate nel calendario accademico (insieme a lezioni ed esami).

Per semplificare ulteriormente, facciamo un esempio per chi ha appena iniziato: iniziano le lezioni, dopo un paio di settimane è previsto il tirocinio della durata di tre settimane nel reparto x.

Finite le settimane c’è la sessione di esame e poi si riprendono i tirocini nell’ambulatorio y.

Al di là del periodo dell’anno, il tirocinio a Fisioterapia si fa la mattina (non è così per tutte le professioni sanitarie. Ce ne sono alcune che fanno il tirocinio su turni).

Quindi a seconda del calendario accademico, puoi trovarti dei periodi in cui esci di casa la mattina e torni la sera:

  • Mattina tirocinio;
  • Pausa pranzo;
  • Subito dopo pranzo a lezione;
  • La sera la passi a studiare.

Impossibile? Assolutamente no, ci siamo passati tutti. Difficile? Sicuramente, ma come già detto, non tutti i periodi dell’anno prevedono il tirocinio (e a mio avviso era comunque molto più difficile organizzarsi al liceo dove ogni giorno c’erano interrogazioni e compiti in classe da preparare per il giorno dopo).

Dove si fa il tirocinio?

I luoghi in cui si va a fare tirocinio sono Ospedali e ASL.

Non è affatto inusuale fare i tirocini in diverse strutture sparse in giro per la città e addirittura fuori città.

Questo può implicare fare i pendolari per qualche periodo.

Quindi il tirocinio si fa nel “pubblico”, e i tutor sono dipendenti pubblici (con l’eccezione credo di regioni come la Lombardia, dove il confine tra cosa è pubblico e cosa no è molto labile).

Quando inizia il tirocinio ci si divide in gruppi, in base alla “classe” universitaria.

O l’intera classe viene affidata ad un tutor, oppure ci si divide tra i tutor.

Una volta affidati al tutor, si seguono i suoi casi ogni giorno.

Facciamo un po’ di esempi, considerando un po’ di scenari del primo anno.

Ambulatorio

Partiamo con l’ambulatorio. Il tutor dalle 9 alle 10 deve riabilitare una protesi d’anca e quindi assisti a quel trattamento.

Dalle 10 alle 11 c’è un nuovo paziente e assisti al nuovo paziente, e così via.

Quando finiscono le ore (solitamente 4/5 ore al mattino), si torna a casa e si riprende il giorno dopo.

Laboratorio di Terapia Strumentale

Oltre ad un ambulatorio, puoi capitare in un laboratorio di terapia strumentale.

Nel laboratorio di terapia strumentale invece si può “lavorare” sin da subito, anche al primo anno, partendo con compiti base:

  • Allestire la macchina;
  • Chiamare il paziente che deve iniziare la riabilitazione;
  • Raccogliere le richieste;
  • Lavare le spugnette;
  • Mettere le spugnette agli elettrodi;
  • Impostare il programma;
  • Staccare lo strumento, e così via.

Come vedi, se hai la fortuna di capitare in un laboratorio di terapia strumentale già dal primo anno, avrai molto presto l’impressione di lavorare.

Reparto

Oltre all’ambulatorio e al laboratorio di terapia strumentale, ci sono anche i reparti.

Quando abbiamo il tirocinio in reparto, ogni mattina il tutor ci dice in che reparto dobbiamo andare quel giorno: “oggi andiamo in cardiologia, oggi andiamo in rianimazione, oggi andiamo in ortopedia, oggi andiamo in nefrologia”.

Quando si va in reparto bisogna aiutare il tutor da subito. I primi anni ovviamente lo aiuti a fare cose più semplici, man mano che impari lo aiuti in cose più difficili.

La cosa che inizialmente si fa più di frequente è aiutare a posturare meglio il paziente (a spostarlo, insomma).

La riabilitazione vera e propria però la fa il tutor, tu inizialmente lo assisti e basta (per assistere intendo sia nel senso di guardare che di aiutare).

Gli anni successivi al primo

Dal secondo anno si inizia a riabilitare insieme:

  • Il tutor fa un lato e tu fai il lato opposto (per pazienti allettati in reparto);
  • in ambulatorio si inizia a diventare più attivi: per esempio chiami il paziente in sala d’attesa, lo aiuti se ha bisogno di aiuto a camminare e così via.

Dal terzo anno si è praticamente operativi: i primi giorni il tutor ti mostra il caso, ti spiega come fare e se il paziente è d’accordo prosegui tu il trattamento (ovviamente c’è sempre il tutor disponibile che ti dà indicazioni ogni giorno).

Il rapporto con i pazienti

Il discorso del “paziente è d’accordo” è molto importante: non tutti sono a loro agio a parlare della propria problematica con un tirocinante o farsi mettere le mani addosso da qualcuno che sa fare qualcosa ma l’ha fatto troppe poche volte, mentre per altri non è un problema (e questi sono i pazienti su cui si approfondisce, quindi quando ti capitano cogli l’opportunità).

Se il paziente è tranquillo e si può parlare apertamente della sua problematica, il tutor ti “interroga”: a seconda del suo campo di specializzazione ti fa domande relative al caso (che saranno molto utili come ripetizione).

Se per esempio il tutor è fissato (passami il termine) con l’anatomia ti chiederà dove sono posizionati i tendini, quali sono le origini di determinati muscoli o altre domande sull’innervazione.

O in altri casi, molto più genericamente, ti chiede: “il signore ha questo problema alla spalla, che gli faresti fare?”

Il rapporto con i tutor

Ora, questa cosa forse ti metterà un po’ d’ansia, però non preoccuparti perché in fondo sono cose che studierai (e che adesso ancora non sai che fino al terzo sarai in grado di imparare).

Siccome i tutor sono fisioterapisti, ma insegnano anche nei corsi universitari, con loro ti ritroverai a sostenere gli esami.

Cioè, alcuni dei tutor saranno anche i tuoi professori.

E a seconda del rapporto che si instaura con loro (inevitabilmente con alcuni avrai più confidenza rispetto ad altri e ti sentirai a tuo agio con alcuni e con altri meno) sarà più facile dire “onestamente non ricordo, me lo rispieghi?” quando sei al tirocinio.

Però ricorda, più volte viene fuori che non hai capito qualcosa prima dell’esame e meno probabilità ci sono che accada durante l’esame.

Quindi cogli questa opportunità e non aver paura di sembrare scemo se fai domande.

Rubagli il lavoro

Un’altra cosa importantissima è osservare e guardare tanto cosa fa il tutor nel dettaglio.

Con questo intendo proprio:

  • La posizione specifica delle mani del tutor sul paziente;
  • Come lo afferra e in che punto;
  • quanta pressione mettono,
  • come muovono il loro corpo durante la mobilizzazione

Queste sono cose a cui tutti i tutor danno importanza. Sentirai chiederti parecchie volte: “Vedi come sto muovendo le mani? Vedi quando faccio questo come faccio leva con il corpo?”.

Domande del genere non sono assolutamente da interpretare come “vedi quanto sono bravo?”, ma al contrario sono di cruciale importanza per svolgere il proprio lavoro.

Addirittura di cruciale importanza?

Assolutamente si.

Considera che la fisioterapia rientra tra le mansioni gravose (cioè è un lavoro usurante), e per assicurarti di poter svolgere questo lavoro per i decenni a venire bisogna assolutamente evitare sforzi eccessivi ed inutili mentre si svolgono le terapie sui pazienti.

Riassumendo: al tirocinio sii tutt’occhi e tutt’orecchi.

Terminiamo questa sezione e passiamo alla prossima. Perché abbiamo visto dove e quando si va al tirocinio, e che si fa. Però, quando devo andare come mi vesto? Per cui, passiamo alla domanda “Come ci si veste al tirocinio?”.

Come ti vesti al tirocinio?

Il vestiario lo procura l’università. Alcune ti forniscono la divisa intera (con le ciabatte o meno), altre solo il camice.

Se ti danno la divisa intera, allora è molto semplice perché non hai scelta e devi mettere quella.

Se invece ti forniscono il camice, il discorso è leggermente più complicato.

Come mai?

Il camice tende a restringere almeno un po’ la libertà di movimento, quindi più ti vesti in modo comodo sotto al camice e meglio è.

Inoltre, a seconda dei periodi dell’anno, il camice riscalda (quindi tieni anche conto di questo fattore).

Di solito l’una o l’altra si ritirano direttamente in ospedale (poi quando inizi avrai tutte le indicazioni).

Discorso scarpe: se ti forniscono anche le ciabatte dovrai usare quelle, come tutti gli altri professionisti sanitari, altrimenti usa scarpe da ginnastica comode e morbide.

Essere studenti ha anche i suoi vantaggi.

Quando studi per la sessione o sei in giro tutto il giorno e hai davvero bisogno di qualcosa ma non hai tempo di scendere, le consegne gratuite entro 24h sono molto comode.

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Conclusione

Il tirocinio è una parte fondamentale del corso di laurea in Fisioterapia e porrà le basi per la tua carriera da fisioterapista.

Infine, ti assicuro che è un’esperienza che non dimenticherai mai, soprattutto se hai la fortuna di viverla insieme a persone simpatiche e collaborative.

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Grazie per aver letto fin qui, e a presto con nuovi articoli!

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