Perché è nato il nuovo Ordine Autonomo dei Fisioterapisti?

Perché è nato il nuovo Ordine Autonomo dei Fisioterapisti?

Per chi se lo fosse perso, a settembre - durante la Giornata Mondiale della Fisioterapia - l’allora Ministro della Salute ha firmato il decreto istitutivo per rendere autonomi i Fisioterapisti dall’Albo TSRM-PSTRP (l’Albo condiviso tra 19 Professioni Sanitarie).

In che modo?

Attraverso la creazione di un Ordine Autonomo dei Fisioterapisti.

I motivi di questa scelta sono stati molteplici.

Almeno a livello teorico, più autonomia ci permette di avere più voce in capitolo e più potere negoziale con le istituzioni.

Cosa molto utile se si vuole affermare il ruolo della Fisioterapia a livello territoriale.

Perché di base la Sanità Italiana ha tanti pregi, tanti difetti, e un grosso problema: non si riesce a garantire assistenza a tutti i cittadini, perché i medici sono sempre meno - soprattutto i medici di base, i medici delle guardie mediche e quelli del Pronto Soccorso.

Inoltre, gli specialisti preferiscono licenziarsi e iniziare a collaborare a Partita IVA per guadagnare di più e avere più libertà.

E una delle soluzioni a questo problema spiega molto bene come mai si vuole dare molta più autonomia ai Fisioterapisti.

Come si risolve la carenza di personale sanitario?

Per problemi così complessi onestamente non penso ci sia una soluzione semplice ed immediata.

Inoltre è molto facile pensare che sia un problema tutto italiano, perché il Sistema Sanitario Nazionale fa acqua da tutte le parti, i nostri stipendi sono bassi, i soldi vengono spesi male, e così via.

Ed è facile pensare anche che sia un problema tutto sommato recente, perché stanno andando in pensione tanti medici e poi c’è stata la pandemia.

Ma la verità è che questo è un problema a livello globale, di cui l’OMS ne parlò già nel World Health Report del 2006!

Quindi le possibili soluzioni a questo problema - che ti saranno estremamente familiari, perché se ne parla periodicamente anche in Italia - sono sempre le stesse da anni.

E siccome il problema è grosso e complesso, sono anche soluzioni molto discusse e controverse.

Ma perché parliamo di questo? Perché l’istituzione dell’Albo Autonomo dei Fisioterapisti si collega ad una delle possibili soluzioni.

Tra le possibili soluzioni che vengono proposte in giro per il mondo - e alcune di queste sono le solite proposte che periodicamente vengono fatte anche da noi in Italia - possiamo trovare:

  • Aumentare il numero di iscritti a medicina - togliendo il numero chiuso, rendendo il percorso di studi più economico ed accessibile anche alle minoranze;
  • Pagare di più i medici - per provare ad avere più medici, devi dargli anche più prospettive. E se il settore pubblico non ce la fa a pagarli di più, si incentiva il settore privato (soluzione parecchio controversa perché nel tempo ha creato una serie di distorsioni);
  • Telemedicina e teleassistenza - lavorare da “remoto” permette di seguire più pazienti. Sono stati fatti pochi progressi durante la pandemia, ma ce n’è ancora di strada da fare;
  • Distribuire il carico dell’assistenza sanitaria su altre figure, per sopperire alla mancanza di medici - ed è questo il punto che interessa a noi.

Fare a meno dei medici?

No ovviamente non si vuole e non si può fare a meno dei medici.

L’idea di base è molto semplice: lasciare ai pochi medici che ci sono le cose che possono fare solo i medici - e lasciare il resto a tutte le altre figure.

Perché chiaramente un fisioterapista non potrà operare al posto di un ortopedico, ma magari arrivare un giorno a fare diagnosi “primarie” si.

Svincolare il medico da attività che possono fare benissimo altre figure specializzate distribuisce il carico su più persone.

Da sola come soluzione non basta. Funzionerebbe da sola se ci fossero tanti altri professionisti sanitari. Ma c’è carenza di tantissime figure. Anche noi Fisioterapisti non siamo poi tanti come si crede. E inoltre, figure come gli infermieri sono talmente oberate di lavoro che è folle proporre di dar loro ancora più lavoro.

Quindi perché nasce l’Albo Autonomo dei Fisioterapisti?

Perché nonostante la carenza di medici si vuole comunque garantire un presidio assistenziale territoriale.

Facendo un esempio banalissimo, pensiamo di andare dal medico di base: fila interminabile, gente che tossisce, dopo una mattinata persa il medico deve chiudere lo studio e andare via.

Se un paziente ha mal di schiena e va dal medico di base, dopo una breve visita per escludere qualcosa ai polmoni gli prescrive due antinfiammatori e dopo qualche settimana il dolore torna.

Cambiare paradigma - e andare per una problematica del genere dal fisioterapista - permetterebbe di ridurre di una certa percentuale le richieste di questo tipo al medico di base.

La fila in sala d’attesa sarebbe un po’ meno folta, il paziente non avrebbe perso la mattinata e magari il dolore non sarebbe ritornato.

Anche perché assentarsi dal lavoro e prendere malattia costa sia ai datori di lavoro che allo Stato.

Per tutti questi motivi, allo Stato i Fisioterapisti tornano molto utili: permetterebbero di far risparmiare soldi al SSN qua e là e rendere il tutto più efficiente, soprattutto a livello locale.

Questo è ben noto ai vertici del coordinamento nazionale dei Fisioterapisti, che hanno deciso di separarsi dal TSRM-PSTRP e istituire un Albo Autonomo anche per creare un canale preferenziale per interagire con lo Stato.

Infatti, un conto è presentare al Governo una richiesta che viene da 19 Professioni Sanitarie, un altro conto è avere talmente tanto potere negoziale da presentarsi da soli.

Questa autonomia renderà più importanti i fisioterapisti nel futuro?

Tutto questo discorso per giungere alla conclusione che si, i fisioterapisti stanno assumendo sempre più importanza.

E questa cosa può tornare utile a chi sta decidendo cosa fare nella propria vita e sta valutando l’opzione fisioterapista, o a chi lo è già e non sa quello che sta accadendo.

Il rischio che si corre non sapendo di essere soluzione di un problema enorme, è quello di venire sfruttati.

Non sapere di avere valore porta a svalutarsi, ma il nostro obiettivo è l’opposto.

E non stiamo idealizzando un futuro roseo.

Qui parliamo del presente, di oggi: questa è un’ottima posizione in cui trovarsi e un’incredibile opportunità da sfruttare.

Se nemmeno sappiamo di avere qualcosa su cui fare leva, come possiamo pretendere di elevarci?

Se c’è una consapevolezza collettiva sul valore della nostra categoria - da parte dei fisioterapisti, di tutti i cittadini, delle forze politiche - magari le cose non cambiano da un giorno all’altro, però pian piano migliorano.

Dopo 5-10 anni di piccoli miglioramenti le cose sono ben diverse, e siccome tra 5 anni ci arriverai comunque, meglio che fino ad allora siano avvenuti tanti piccoli miglioramenti che nel tempo si compongono a formarne uno grande, no?

In conclusione, sfruttiamo tutti questa consapevolezza per portare avanti tanti piccoli miglioramenti, anche nel nostro piccolo - e tra 5 o 10 anni i nuovi fisioterapisti e i futuri pazienti ci ringrazieranno per le scelte che abbiamo preso oggi.

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