Veloce guida su come aprire uno studio di fisioterapia nel 2023

Veloce guida su come aprire uno studio di fisioterapia nel 2023

Veloce guida introduttiva sull’apertura di uno studio, per chi deve farlo a breve o è semplicemente curioso.

Introduzione

Aprire uno studio è un gran bel passo. Sia chiaro però: non è necessario investire decine di migliaia di euro in strumenti sofisticati o costruire da zero un immobile.

Si può iniziare con pochi strumenti (che si possono comprare su internet e la maggior parte anche da decathlon) e con un locale anche non grandissimo e in affitto.

L’ho fatto io, e altre persone che conosco, magari un giorno ci scriverò un articolo più dettagliato.

Cosa serve

Per aprire uno studio di fisioterapia serve l’abilitazione (cioè la laurea), l’iscrizione all’Albo (che nel 2023 non è più l’Albo TSRM-PSTRP, ma il nuovo Albo Autonomo dei Fisioterapisti), l’assicurazione professionale e bisogna effettuare una comunicazione al comune o all’ASL territoriale competente.

Siccome ogni regione ha le sue regole, non riuscirò ad entrare nel dettaglio di cosa viene richiesto, perché appunto può variare da regione a regione.

Tra poco vediamo in generale cosa viene richiesto, ma prima facciamo una importante distinzione.

Distinzione tra studio e centro di fisioterapia

Okay, i due termini non sono esattamente corretti e sarebbe più corretto parlare di Studio Professionale (che è lo studio di cui parliamo nell’articolo) e di Ambulatorio di Fisiokinesiterapia (che genericamente chiamiamo centro).

Inoltre c’è una terza forma che si chiama Società tra Professionisti, che ignoreremo perchè è una forma più complessa - meno adatta ai fisioterapisti in erba a cui questo sito si rivolge - e soprattutto perché anche lo Studio Professionale permette a due professionisti di lavorare nello stesso posto. Quindi, se avete in mente di aprire uno studio con un amico/un’amica fisioterapista per dividere i costi, si può fare anche con lo Studio Professionale. Se si è in più di due, non basta più lo Studio Professionale e bisogna andare di Ambulatorio o Società tra Professionisti.

Sulle cose che stiamo per vedere si è pronunciata anche la Federazione Nazionale degli Ordini TSRM-PSTRP (cioè l’Albo). Cerchiamo di semplificarle, ma se ti interessa nel documento linkato c’è parecchio materiale.

Facciamo così, anche se non è correttissimo, ma giusto per capirci: con studio da ora in poi intendiamo lo Studio Professionale e con centro intendiamo l’ambulatorio o la società tra professionisti.

Ci sono delle differenze tra studio e centro:

  • Lo studio è un luogo privato, mentre il centro è un luogo pubblico. Questo ha implicazioni sulla struttura del locale, perchè per i luoghi pubblici c’è bisogno di avere più bagni (almeno uno per i dipendenti - separato da quello degli utenti che deve essere pensato anche per i disabili);
  • Lo studio prevede una connessione più stretta tra professionista e paziente, prevale la professionalità e l’intelletto del fisioterapista, che svolge da solo e responsabilmente il proprio lavoro. Invece nei centri prevale l’organizzazione magari di più professionisti, di dipendenti e di strumentazioni complesse che vanno supervisionate; per questo motivo nei centri è prevista la nomina di un direttore sanitario, cioè un medico che sia il direttore dell’attività del lavoro della struttura sanitaria.

Quindi è chiaro che l’attività del centro è molto più complessa rispetto a quella dello studio. Anche l’avvio di studio e centro riflette questa disparità.

Apertura dello studio

Per lo studio c’è solo bisogno di una comunicazione al comune o all’ASL (a seconda dei regolamenti regionali).

Invece per i centri - oltre a tutta una serie di adempimenti burocratici e la nomina di un direttore sanitario - c’è bisogno di una autorizzazione (non basta la comunicazione) da parte dell’ASL.

Nella comunicazione per aprire uno studio, come dicevamo prima, ogni regione è diversa e potrebbero essere richieste cose diverse. Ma in generale vanno presentati:

  • la comunicazione vera e propria cartacea o in forma digitale da compilare con i dati anagrafici del professionista (nome, cognome, data di nascita, residenza, quando si è laureata/o, numero di Partita IVA e iscrizione all’Albo, ecc.);
  • la planimetria del locale dove si intende svolgere l’attività (che può essere anche in affitto) da chiedere ad un tecnico (tipo geometra o ingegnere);
  • la dichiarazione (sempre di un tecnico) che il locale sia agibile e che gli impianti (tipo quelli elettrici) siano a norma ed è okay per i pazienti mettere a caricare il cellulare senza far esplodere tutto;
  • la ricevuta di un pagamento a titolo di diritti (come già detto dipende - per gli importi esatti bisogna chiedere al Comune o all’ASL).

Il locale deve avere determinate caratteristiche (tipo pavimenti e pareti lavabili per garantire condizioni igienico sanitarie di un certo standard ai pazienti), ma i requisiti non sono stringenti come quelli dei centri.

Che requisiti strutturali deve soddisfare?

Le normative sono regionali, quindi dipende in buona sostanza da regione a regione.

Il consiglio è cercare su Google: “rquisiti strutturali studio Fisioterapia” + il nome della tua regione.

Cerca tra i risultati anche i file PDF (quelli che hanno il bollino PDF per intenderci), di solito sono la documentazione ufficiale pubblicata dall’azienda sanitaria locale della tua regione con i requisiti strutturali degli studi di fisioterapia.

Te ne elenco alcuni che ho trovato (quando ne trovo altri li aggiungo):

Alcune regioni entrano più nel dettaglio, altre meno, altre ancora non pubblicano nulla, ma in generale è una buona tattica per capire cosa ci serve.

In ogni caso per i dettagli, la modulistica e per chiarirsi eventuali dubbi, la cosa migliore da fare è sempre sentire il comune o l’ASL del proprio territorio (di solito i tecnici che si occupano di questo tipo di richieste lavorano nel dipartimento di igiene).

Per oggi abbiamo finito: se hai altre domande, continua a leggere, abbiamo quasi finito.

Approfondimento

Questa guida, come dice il titolo, è “veloce”.

Essendo un po’ introduttiva, nel corso del tempo abbiamo ricevuto tante domande - sia per email che in direct su Instagram (@fisioterapisti_org).

Collezionando le esperienze di molti di noi abbiamo deciso di realizzare un approfondimento per rispondere alle domande che ti saranno sorte leggendo.

Cosa contiene l’approfondimento?

Contiene 4 rischi su cui vogliamo metterti in guardia quando apri uno studio di fisioterapia:

  • Problemi che possono verificarsi con le istituzioni per la poca chiarezza sulla procedura di apertura - e come risolverli;
  • Come evitare possibili sanzioni sulla gestione dei rifiuti;
  • Come evitare possibili multe sulla gestione dei pagamenti elettronici;
  • Capire se la somma che hai in mente come investimento iniziale è abbastanza oppure no.

Anche se aprire uno studio richiede meno adempimenti rispetto ad un centro o ad un ambulatorio, comunque non significa che non richieda affatto adempimenti.

Per cui, sapere bene cosa ti può aspettare toglie parecchia ansia e preoccupazione dal processo.

Dove trovo l’approfondimento?

L’approfondimento è un PDF che puoi scaricare e leggere quando vuoi, anche offline.

È scaricabile gratis direttamente da qui, sul nostro canale Telegram.

Non è assolutamente richiesto far parte del canale e puoi scaricarlo e condividerlo liberamente.

Ma se ti va di ricevere aggiornamenti, notizie e altro materiale gratuito utile per la nostra professione ti accogliamo con molto piacere!

Conclusione

Se stai pensando di metterti in proprio e vuoi saperne di più su come funziona la Partita IVA, ho scritto anche un articolo con i concetti base di Partita IVA per Fisioterapisti.

Se invece sai già come funziona la Partita IVA, ma hai dubbi sulle fatture, c’è una guida che potrà tornarti molto utile.

Per oggi è tutto, a presto!

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