Aprire uno Studio di Fisioterapia: 10 Domande e Risposte

Aprire uno Studio di Fisioterapia: 10 Domande e Risposte

Torniamo su questo argomento con nuove domande e nuove risposte per i Fisioterapisti che vogliono aprire uno Studio Professionale, ma nessuno sa dargli risposte.

Quindi l’obiettivo di oggi è fare chiarezza con le risposte alle 10 domande più frequenti sull’apertura di uno Studio Professionale di Fisioterapia.

Indice delle domande

1. Lo Studio Professionale Fisioterapico (SPF) è un luogo pubblico?

2. Quali sono i requisiti fondamentali per operare in uno Studio Professionale Fisioterapico?

3. Quali caratteristiche deve avere l’immobile di uno Studio Professionale Fisioterapico?

4. Quali requisiti deve soddisfare l’impianto elettrico dello Studio Professionale Fisioterapico?

5. Quali sono i requisiti per le apparecchiature elettromedicali nello Studio Professionale Fisioterapico?

6. Come affrontare le norme sulla privacy nello Studio Professionale Fisioterapico?

7. È necessaria una polizza di responsabilità civile professionale per lo Studio Professionale Fisioterapico?

8. Come deve essere gestito lo smaltimento dei rifiuti sanitari?

9. Gli Studi Professionali di Fisioterapia possono avere dipendenti?

10. Si può fare un’associazione tra professionisti per condurre uno Studio Professionale Fisioterapico?

Le 10 risposte

Vediamo le risposte:

1. Lo Studio Professionale Fisioterapico (SPF) è un luogo pubblico?

I requisiti di accessibilità dello Studio Professionale Fisioterapico non prevedono l’obbligo di apertura al pubblico, perché il professionista che conduce uno studio professionale riceve esclusivamente su appuntamento.

Questa peculiarità lo differenzia da un presidio riabilitativo (centro e/o ambulatorio di fisioterapia).

È importante notare come la presenza di orari di apertura al pubblico e/o l’interposizione di terze parti/persone (come dei collaboratori), potrebbero rendere lo Studio Professionale Fisioterapico ad una struttura più complessa.

Questo comporta potenzialmente la trasformazione dello studio professionale in un presidio riabilitativo.

E che conseguenze ha questa trasformazione?

Comporta molte più leggi da rispettare, più burocrazia, più controlli, più costi.

Quindi, lo studio professionale è più semplice da aprire e da gestire, ma come vedremo anche tra poco non ci permette di fare tutto, molte cose sono riservate a strutture più complesse come centri e ambulatori.

Leggi anche: Veloce guida su come aprire uno studio di Fisioterapia

2. Quali sono i requisiti fondamentali per operare in uno Studio Professionale Fisioterapico?

Requisiti fondamentali per l’esercizio professionale all’interno di uno SPF sono il possesso del titolo abilitante alla professione di fisioterapista e l’iscrizione all’Ordine e al relativo albo professionale.

I professionisti abilitati sono i laureati in Fisioterapia o quei professionisti in possesso dei pregressi titoli di studio riconosciuti equipollenti.

L’albo professionale di riferimento è quello dei Fisioterapisti (cioè l’Albo FNOFI).

É importante sottolineare che gli iscritti agli elenchi speciali ad esaurimento non possono condurre uno Studio Professionale Fisioterapico.

Gli iscritti agli elenchi speciali ad esaurimento sono i massofisioterapisti, e ne parlavamo qualche settimana fa in questo articolo.

3. Quali caratteristiche deve avere l’immobile di uno Studio Professionale Fisioterapico?

L’immobile deve essere adibito a civile abitazione e può essere accatastato come “studio professionale” (categoria catastale A10).

In caso di locazione, è necessario un contratto registrato presso l’Agenzia delle Entrate, così che il professionista può dedurre i costi dell’affitto.

È prevista la possibilità di affittare (o subaffittare) l’immobile o parte di esso ad altri professionisti sanitari, purché legittimamente abilitati all’esercizio professionale.

Come già detto altrove (come nel nostro approfondimento che puoi scaricare in PDF da qui), lo Studio Professionale di Fisioterapia non prevede alcun tipo di autorizzazione sanitaria, né SCIA.

Gli unici requisiti strutturali richiesti per lo Studio Professionale di Fisioterapia sono:

  • studio con lavabo e parte a contorno del lavabo realizzata con materiale lavabile;
  • sala d’attesa con ricambio aria naturale o artificiale;
  • servizi igienici dotati di antibagno (anche ad eventuale uso promiscuo).

Queste caratteristiche devono esserci anche se all’interno dell’immobile (es. appartamento con stanze indipendenti e professionisti autonomi) operano più professionisti in modo autonomo (ripartendosi esclusivamente le spese d’affitto).

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4. Quali requisiti deve soddisfare l’impianto elettrico dello Studio Professionale Fisioterapico?

L’impianto elettrico deve essere conforme alle norme di settore e dotato di certificazioni di conformità energetica.

Deve essere progettato per garantire la sicurezza dei pazienti e prevenire rischi elettrici.

L’immobile deve essere dotato sia di attestazione di “dichiarazione di conformità energetica” che di “certificazione di conformità energetica” ad uso studio medico.

L’impianto elettrico potrà essere realizzato sia ex-novo nel caso di nuovo immobile adibito a Studio Professionale di Fisioterapia che aggiornando il preesistente impianto elettrico (secondo normativa).

5. Quali sono i requisiti per le apparecchiature elettromedicali nello Studio Professionale Fisioterapico?

Le apparecchiature devono possedere documenti di conformità energetica e rispondere ai requisiti normativi del Regolamento sui Dispositivi Medici (UE) 2017/745. Devono essere soggette a verifiche periodiche di sicurezza elettrica e di funzionalità.

Anche il lettino fisioterapico ad elevazione motorizzata elettrica rientra tra le tipologie di apparecchiature che, oltre a dover essere provviste di documento di conformità energetica e di periodica VSE, devono essere collegate ad un impianto elettrico conforme ad uso studio medico.

I Controlli periodici

Tu come fisioterapista, periodicamente devi effettuare la verifica:

  • dell’integrità delle apparecchiature mediante esame a vista;
  • del corretto funzionamento e della corretta manutenzione e revisione periodica.

Per questo motivo si consiglia di redigere un’apposita scheda anagrafica strumentale in cui inserire i riferimenti tecnico-amministrativi (istruzioni apparecchiatura, certificazioni, conformità energetica) e lo storico delle revisioni/manutenzioni di ogni singola apparecchiatura elettromedicale.

Le tipologie di verifiche da condurre periodicamente sulle apparecchiature elettromedicali sono due:

  • verifiche di sicurezza elettrica (VSE), secondo la normativa CEI 62-148 (CEI EN 62353) ex CEI 62.5;
  • verifica di funzionalità (VF).

Le verifiche periodiche vanno eseguite da parte di un ente certificato con frequenza variabile da un minino di 6 mesi fino ad un massimo di 24 mesi. Tale frequenza verrà valutata dall’ente certificatore in base alla verifica del rischio a seconda:

  • della struttura di riferimento;

  • del carico di lavoro;

  • del numero e dalla tipologia di apparecchiature elettromedicali. Solitamente per la struttura semplice dello SPF la frequenza consigliata è quella biennale.

6. Come affrontare le norme sulla privacy nello Studio Professionale Fisioterapico?

Il fisioterapista deve conformarsi al Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali. Deve informare i pazienti sull’utilizzo dei dati, garantire la loro sicurezza e rispettare i loro diritti in merito al trattamento dei dati.

Su questo tema abbiamo scritto un approfondimento, che puoi trovare qui:

Guida alla Privacy e ai Dati Personali per Fisioterapisti liberi professionisti

7. È necessaria una polizza di responsabilità civile professionale per lo Studio Professionale Fisioterapico?

Sì, il professionista è tenuto ad attivare una polizza di responsabilità civile professionale per coprire eventuali danni causati involontariamente a terzi nel corso dell’attività.

Anche di questo ne abbiamo parlato in passato, il succo è che conviene fare quella in convenzione dell’Albo FNOFI che ha un costo molto basso e massimali abbastanza alti.

8. Come deve essere gestito lo smaltimento dei rifiuti sanitari?

Se un professionista produce rifiuti sanitari definiti pericolosi dalla legge perché a contatto con la pelle umana, come guanti in lattice, carta del lettino o materiale a contatto con liquidi corporei rischiosi, deve seguire regole specifiche per sbarazzarsene in modo sicuro.

Questi rifiuti sono considerati pericolosi proprio perché potrebbero diffondere infezioni.

Quindi, il professionista deve collaborare con aziende specializzate e autorizzate per gestire il corretto smaltimento di questi rifiuti, rispettando le leggi a riguardo (Fonte: DPR n. 254 del 15/07/2003).

9. Gli Studi Professionali di Fisioterapia possono avere dipendenti?

Come dicevamo prima, lo studio professionale fisioterapico è il luogo in cui il professionista abilitato, in forma singola o associata e senza l’ausilio di collaboratori, esercita autonomamente e responsabilmente la propria attività libero professionale.

Questo comporta che il Fisioterapista può lavorare da solo o con altri fisioterapisti.

Gli altri fisioterapisti possono condividere le spese dello studio e dovranno emettere in prima persona le fatture ai pazienti.

Quindi lo studio è la struttura più semplice in cui un fisioterapista libero professionista può esercitare, e all’interno di essa prevale il rapporto diretto tra professionista e paziente. Le prestazioni erogate dal Fisioterapista in uno studio professionale fisioterapico non determinano procedure terapeutiche di particolare complessità o che comportano un rischio per la sicurezza del paziente.

Quindi, se ci fossero dipendenti, verrebbe meno questo rapporto diretto tra il paziente e il professionista e non sarebbe più uno studio professionale, con tutte le semplificazioni che ne derivano, ma sarebbe una struttura più complessa come centri di fisioterapia e ambulatori.

Questi possono avere dipendenti, ma devono rispondere a tante altre leggi e responsabilità (e quindi tanti costi in più) a cui lo studio professionale fisioterapico non risponde.

Anche per questo motivo, il Fisioterapista Libero Professionista titolare di uno Studio Professionale di Fisioterapia, non è assoggettato (o assoggettabile) al pagamento del contributo INAIL (cioè l’assicurazione sugli infortuni sul lavoro per sé o per eventuali dipendenti perché non ne può avere se ha uno Studio Professionale).

10. Si può fare un’associazione tra professionisti per condurre uno Studio Professionale Fisioterapico?

Si, è possibile.

L’Associazione professionale è prevista per la professione del Fisioterapista, in quanto arte intellettuale ordinata secondo le disposizioni della legge 3/2018.

Le normative principali di riferimento sono contenute all’interno della Legge 12 novembre 2011, n. 183 e il Decreto 8 febbraio 2013, n. 34.

L’Associazione tra professionisti va comunicata all’Ordine di appartenenza secondo specifica modulistica ed iter amministrativo (quindi, contatta pure il tuo ordine provinciale di appartenenza per chiedere come si fa).

Conclusione

Per oggi è tutto.

Se questo Q&A ti è stato utile, unisciti a noi per non perderti altre risorse utili e gratuite!

Grazie per aver letto e spero di rivederti presto :)

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