Si trova lavoro con la laurea in fisioterapia?

Oggi vediamo un argomento fondamentale nella scelta dell’università. Il lavoro in sé è sicuramente appetibile, perché di base bisogna aiutare gli altri. Ma si trova lavoro?

Premessa

Ho in mente di scrivere quest’articolo da molto tempo. Il problema è che da un’articolo del genere ci si aspetta una risposta secca: si trova lavoro/non si trova lavoro, perchè abbiamo bisogno di aggiungere un po’ di sicurezza ad una delle tante opzioni che la vita ci pone davanti.

Potresti aver bisogno di scegliere tra fisioterapia, ingegneria e lettere classiche, oppure vuoi cambiare carriera perché quella attuale non ti sta portando dove vorresti e sei alla ricerca di ispirazione.

Io purtroppo non posso darti nessun segno del destino, ma semplicemente posso dirti la verità: la risposta alla domanda “si trova lavoro? si guadagna bene?” non sarà mai un “si” o un “no” secco.

Non può esserlo, perché come in tutte le cose e in tutti i lavori la situazione, piaccia o no, è troppo complessa per essere riassunta così.

Che disappunto vero? Ma veniamo a noi e cerchiamo di chiarire meglio la situazione.

Credo che se consigliassi a tutti: “siii fai fisioterapia che si trova lavoro sempre e si guadagna sempre bene” sarebbe falso, come sarebbe lontano dalla realtà affermare che i fisioterapisti fanno la fame e non trovano lavoro. Sono false entrambe le cose. Ma sono anche vere.

La maggior parte dei fisioterapisti sarà al centro della curva, e non fa notizia.

I fisioterapisti a destra e a sinistra, nella parte più scura, sono relativamente pochi sul totale, ma fanno notizia.

Quelli a sinistra fanno notizia perché magari hanno da raccontare storie tragiche sulla loro carriera da fisioterapisti, che è la responsabile di ogni singolo problema della loro vita e li ha portati al disastro personale e familiare, al dissesto economico e alla depressione più totale.

Quelli a destra invece sono così tanto ricchi grazie alla fisioterapia da fare schifo: belle case, vacanze da sogno, interviste in tv, collaborazioni con importanti realtà e così via.

Dare consigli basati su aneddoti personali di gente a destra o a sinistra della curva (bruttissimo appellativo da dare a persone lo so, ma usiamolo comunque per rendere l’idea), e in base a quelle esperienze giungere a conclusioni su com’è davvero la vita lavorativa, a mio avviso non racconta bene tutto il quadro, ma distorce parecchio quello che ci si può aspettare da una cosa complessa come la carriera. Per questo non voglio darti risposte “si” o “no”.

E indovina un po’? Questo discorso vale al nord, al sud, in Italia e all’estero.

Non sarei sorpresa di scoprire qualche fisioterapista con la barca in Molise o fisioterapisti che facciano la fame a Monaco di Baviera. Ma a prescindere dal posto, la maggior parte dei fisioterapisti ricade nella parte centrale della curva.

Quindi voglio cercare di raccontarti meglio cosa c’è nel mezzo, dove è più probabile che ci finirai un giorno se decidi di intraprendere questa strada.

Cosa c’è nel centro?

Ci siamo io e tanti altri, tra cui tanti colleghi ed ex colleghi in giro per l’Italia con cui ho avuto il piacere di collaborare e confrontarmi.

Parliamo di centinaia di professionisti con cui inevitabilmente si viene a contatto.

Facciamo un rapido calcolo: all’Università eravamo circa 30. Considerato che nei tirocini, a lezione e nei corridoi ho conosciuto anche quelli dell’anno prima e dell’anno dopo il mio. Diciamo una 90ina di fisioterapisti in erba più tutti i tutor dei tirocini, e siamo forse ad un centinaio di professionisti conosciuti solo all’Università.

Se a questi ci aggiungiamo tutti i colleghi conosciuti ai corsi in giro per l’Italia, i colleghi nelle città e nelle strutture in cui ho lavorato, insomma parecchi.

La stragrande maggioranza ha avuto percorsi simili. Percorsi non lineari, fatti di difficoltà (che definirei fisiologiche) ma anche di lunghi momenti di calma, con il covid che ha scombussolato un po’ tutto, seguito da una ripresa più o meno decisa a seconda dei casi.

Difficoltà fisiologiche

Tutti i lavori, tutte le carriere e in generale tutti i percorsi hanno difficoltà intrinseche. Anche la carriera del fisioterapista. Non significa che ci siano solo difficoltà, la stragrande maggioranza dei momenti è “okay” e ci sono anche parecchie soddisfazioni. E le difficoltà sono molto simili a quelle di altri lavori, con le dovute differenze (che a mio avviso sono molto importanti).

Vediamone un paio che a mio avviso spiegano abbastanza bene la situazione.

Fare la gavetta da neolaureati

“Serve esperienza per lavorare” “ma come faccio ad avere esperienza se non ho mai lavorato???”

Questo è un vero e proprio problema strutturale che affligge tutti i neolaureati.

Ma onestamente non l’ho visto mai accadere ai professionisti sanitari, nè sentito dire da nessun neo-fisioterapista.

Questo secondo me accade perché si ha la fortuna di fare 3 anni di tirocini durante gli studi, riducendo notevolmente uno dei problemi tanto noti delle università italiane: cioè che si fa poca pratica.

Ma avere già un minimo di esperienza, nella maggior parte dei casi, non esenta (purtroppo) dal dover fare la gavetta.

Alcune gavette sono meglio di altre: da un lato si può iniziare con contratto a tempo determinato o con agenzia interinale in strutture organizzate, dall’altro magari verrà proposto garanzia giovani o la partita iva in postacci.

Quanto dura la gavetta? Non c’è una durata precisa, ma il consiglio è se ci si sente sottopagati di cercare altrove e di andare oltre.

Si può capitare in posti dov’è normale sfruttare, sottopagare, le condizioni lavorative non sono ideali, soprattutto all’inizio quando si ha poco potere negoziale e quel posto è la prima cosa meno peggio che troviamo. Ma bisogna tenere a mente due cose:

  • In altri settori questa situazione è molto più esasperata;
  • Quello in cui vi trovate è solo un punto d’inizio di un percorso di crescita, non d’arrivo. Si prende il buono dalla situazione, nel frattempo si cerca di meglio, si cresce e si va avanti. Magari si mettono da parte quei pochi soldi che si riesce e reinvestirli in formazione. Se capita di trovare un posto così (e non è detto che capiti) farà schifo? Certamente, ma dalle situazioni spiacevoli nascono opportunità interessanti.

Si richiedono requisiti che non abbiamo

Questo problema è diverso da quello di prima.

Se per i professionisti sanitari è più raro rispetto ad altri lavori di trovarsi all’empasse per lavorare serve esperienza/per fare esperienza serve lavorare, può capitare di ricevere tanti no perché sembra che tutti cerchino fisioterapisti che abbiano seguito specifici corsi.

Posto che in generale se viene fatta una richiesta del genere, molto probabilmente chi sta assumendo sta cercando qualcuno con una certa esperienza. E’ un po’ come candidarsi da junior ad una posizione senior.

In altri lavori per raggiungere posizioni simili c’è bisogno anche di anni di esperienza. Nel mondo della fisioterapia invece paradossalmente basta avere un corso.

E so che la sto facendo facile, perché chi ce li ha i soldi e il tempo per un corso dopo la laurea? Quasi nessuno. Dopo la laurea vogliamo guadagnare, non spendere ancora soldi dopo 3 anni di tasse, libri e vita da fuori sede.

Dopo la laurea anche io non avevo una lira bucata. Ho fatto il primo corso dopo 6 mesi di lavoro con garanzia giovani e l’ho fatto solo perché durava poco (cioè due weekend) e costava poco rispetto ad altri corsi, ma comunque tanto per la me dell’epoca. Ho iniziato a fare corsi più seri solo dopo 3 anni di lavoro.

Quindi in generale, se ti scontri con questo tipo di problema:

  • Se puoi permetterti un corso semplicemente fallo. Fai chiaramente il corso richiesto di più in quel periodo (perché come le mode vanno e vengono);
  • Se non te lo puoi permettere, cerca posizioni più “junior” - anche se implicano la gavetta - , più avanti si presenteranno altre occasioni sicuramente a condizioni migliori e avrai le spalle più larghe per afferrarle.

Quanto lavoro c’è veramente

La mia impressione è che ce ne sia tanto, rispetto ad altri settori.

Bisogna ricordare che i fisioterapisti non sono poi così tanti, ci sono barriere all’ingresso dettate dal numero chiuso all’università.

Anche se ogni anno le università sfornano nuovi fisioterapisti, già di per sè l’Italia ha un numero di laureati molto basso, quindi figuriamoci quanti possano essere i fisioterapisti. Dall’altro lato inoltre tanti fisioterapisti sono arrivati o stanno per arrivare all’età della pensione.

Nel frattempo la popolazione invecchia, la gente tendenzialmente prova a fare più sport, a mangiare meglio e a vivere bene e generalmente ha una consapevolezza maggiore di cosa fa un fisioterapista.

Tutti fattori che non fanno altro che aumentare la richiesta di fisioterapisti, come dicevo in questo articolo.

Un settore che va tanto è proprio quello della cura degli anziani. In ogni posto d’Italia spuntano RSA a destra e sinistra, dove assumono sia con contratti che in collaborazione a P.IVA e un fisioterapista neolaureato può aspettarsi ragionevolmente un guadagno di 1.200/1.400 euro netti al mese (a seconda della regione, degli orari, ecc.).

Le cooperative sono sempre alla ricerca di professionisti per l’assistenza domiciliare. Può essere stancante e in pochi sono disposti a farla, ma se si è in città (quindi non bisogna ricoprire ampie distanze in giro per la provincia) e si chiedono pazienti nella stessa zona è assolutamente fattibile e come prima esperienza, a seconda di quanto si lavora, permette di guadagnare stipendi decenti anche con la P. IVA - cosa purtroppo mai scontata, come si sente dire per i neo Architetti o i neo Avvocati.

Per quanto riguarda il pubblico, il Servizio Sanitario Nazionale ha ricevuto parecchi fondi a seguito della pandemia e quindi c’è spazio anche negli Ospedali e nelle ASL (dove però bisogna passare gli avvisi pubblici/concorsi con tutto ciò che ne deriva).

Leggi anche: 3 cose necessarie per iniziare a lavorare come Fisioterapista

Conclusione

Le difficoltà ci sono, inutile negarlo. Ma le difficoltà ci sono per tutti i lavori, e per i fisioterapisti la situazione generalmente presenta un po’ meno difficoltà rispetto ad altri settori, dove le lauree sono molto teoriche e poco pratiche, i neolaureati non hanno esperienza e non bastano i corsi di aggiornamento ad aumentare il proprio potere negoziale.

Spero di averti dato qualche retroscena utile a comprendere cosa aspettarti ragionevolmente dopo la laurea in fisioterapia.

Grazie per aver letto fin qui, a presto!

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