3 consigli se vuoi studiare Fisioterapia all’Università

3 consigli se vuoi studiare Fisioterapia all’Università

I test di ammissione a professioni sanitarie per le università sono a settembre; oggi siamo a maggio, e se ti senti perso e senti che dovresti cambiare direzione (ma non sai se hai il coraggio di farlo), continua pure a leggere.

Introduzione

L’Università è quel posto strano che mette in dubbio ogni tua capacità e ti fa sentire giudicato da perfetti sconosciuti.

Affrontarla con serenità? Non penso proprio sia possibile, e se hai paura o ansia perché stai per iscriverti o perché ci sei dentro, sappi che è normalissimo.

Tutte le persone che conosco, anche quelle più intelligenti, all’università morivano d’ansia.

Tutto negativo?

No, avendo fatto l’università posso dire con assoluta certezza che ne è valsa la pena e le prospettive dopo la laurea sono irrimediabilmente cambiate in meglio (anche se la gavetta non è stata una passeggiata).

E come ha detto il comico Louis CK in risposta ad una intervista su Rolling Stones nel 2013:

“[…] La cosa peggiore che sta succedendo ai ragazzi è che li stanno privando dei loro momenti di disagio”.

Lui si riferiva alla tendenza che abbiamo tutti a cercare momenti di comfort e piacere, anche se temporaneo come scrollare i social, quando invece ci farebbe bene vivere del sano disagio perché crea occasioni che fanno crescere (come l’università).

Sia chiaro però: l’ansia di certo non passa leggendo articoli scritti da persone a caso su internet, ma magari ti aiuta a mettere le cose in prospettiva e a darti coraggio.

Quindi, imbracciamo le nostre paure e iniziamo.

1. Intelligenza

Non pensare di non essere abbastanza intelligente, di non essere capace, di non essere in grado.

Questa è una paura molto frequente in chi:

  • Si è diplomato da qualche anno e nel frattempo non ha toccato libri e teme di essere troppo vecchio;
  • Vuole studiare in una facoltà scientifica, ma non ha fatto lo scientifico e teme di non avere una preparazione adeguata;
  • Entrambe le precedenti.

Per i primi, cioè chi crede di non avere più l’età, il problema è questo:

“Più vai avanti e più è difficile, il cervello quando sei bambino-adolescente-neodiplomato è fresco e apprende meglio, poi è difficile”

Ora, e te lo dice una che lavora con molte persone le cui facoltà neurocognitive sono compromesse, credo che diversi ottantenni in buona salute che ho conosciuto sarebbero in grado di fare l’Università. E anche novantenni.

Di solito invece questo problema se lo pone chi ha 25-30-35 anni, magari dopo tanta insoddisfazione nel proprio lavoro e tanti rimorsi per non aver proseguito gli studi.

E secondo me è assurdo qualcosa del genere.

“Eh ma io mi dimentico le cose, ho sempre la testa tra le nuvole! Figurati come faccio a ricordarmi libri interi”

Credimi, questo dipende semplicemente dal fare le cose di fretta e senza concentrazione.

Se fosse vero il contrario, nessuno studente o ex studente universitario:

  • Lascerebbe l’ombrello sul bus;
  • Dimenticherebbe il latte in cassa al supermercato;
  • Cercherebbe il cellulare in preda al panico mentre ce l’ha all’orecchio parlando distrattamente.

Sono cose che accadono a tutti, universitari, laureati, diplomati o meno che siano.

Inoltre, come dice tra l’altro la dott.ssa Meg Jay (autrice del libro “The Defining Decade” e della TED Talk “Perché i 30 non sono i nuovi 20”), non è vero che l’intelligenza e il cervello si sviluppano solo quando si è bambini/adolescenti, ma la neuroplasticità - la capacità del cervello di modificarsi - c’è anche dopo (se alleni il cervello studiando, per esempio).

Tutto ciò per dirti che puoi farcela, davvero.

Per i secondi invece, cioè quelli che temono di non avere una preparazione scolastica adeguata, la situazione è questa.

La situazione ideale a livello di preparazione per una facoltà scientifica è aver fatto lo scientifico e fare i test di professioni sanitarie subito dopo il diploma, con i concetti freschi freschi.

Allora prendiamo l’esempio di qualcuno che si è appena diplomato allo scientifico (come lo ero io):

Al test si ritrova con:

  • 22 domande su 60 di logica e cultura generale - che non sono materie tipiche dello scientifico;
  • 18 domande di biologia - materia che ho studiato in secondo e terzo superiore (quindi al momento del diploma erano due anni che non le studiavo, altro che concetti freschi);
  • 12 domande di chimica - studiata in quarto superiore, un po’ più fresca di biologia, ma comunque oltre un anno senza toccarla e anche molto più tecnica e difficile da ricordare;
  • 4 domande di fisica e 4 di matematica - sono talmente poche che non serve neanche aver fatto lo scientifico. Inoltre, a parte che anche allo scientifico le persone vanno male in matematica e fisica, possono uscire domande su argomenti studiati anni prima.

E quindi: altro che argomenti freschi.

“Si, ma all’università poi sei avvantaggiato!”

Quello che sto per dire potrebbe variare col tempo e in base all’ateneo in cui si studia.

Ma nel corso di studi ci sono ben dodici esami di medicina fisica e riabilitativa (che non è una materia da superiori in generale, quindi aver fatto o meno lo scientifico è indifferente). L’esame di chimica non c’era, c’era quello di Biochimica Clinica, ben più specifico e andava studiato da zero. Matematica non si studia, e forse l’unico simile a quanto fatto alle superiori era l’esame di Fisica. Ma un esame su 36 totali è una goccia nell’oceano.

Quindi, se non ti senti all’altezza perché non hai fatto lo scientifico o perché credi essere troppo vecchio, molto probabilmente ti sbagli.

Inoltre, ci sono tanti fattori che predicono i risultati scolastici e accademici meglio dell’intelligenza.

La pratica è una di questi.

Ma prima di pensare di dover essere iperproduttivo e disciplinatissimo come non riuscirai nemmeno in un’altra vita, continua a leggere.

Se non sai da dove iniziare a studiare, parti con il classico Alphatest di Professioni Sanitarie. C’è tutto: teoria, quiz e approfondimenti online. A me è bastato questo (e un’intera estate di studio disperato).

2. Pratica

La pratica è importantissima, ma non è tutto.

Ci sono milioni di libri e articoli su internet sul fatto che il talento non esiste, che possiamo diventare delle superstar in qualsiasi settore tramite la “pratica deliberata” per almeno diecimila ore, che ci suggeriscono che se lo vogliamo, possiamo diventare quello che vogliamo.

La pratica (senza distrazioni) è importante, questo si, ma a parte che sulla storia delle 10mila ore non c’è assolutamente nulla di scientifico (e anzi, sembra essere molto meno predittiva delle performance di quanto si dica), noi vogliamo restare coi piedi per terra e non abbiamo alcuna aspirazione di diventare i maghi della Fisioterapia.

E poi lo ha detto anche Michael Jordan che puntare tutto sulla pratica è rischioso:

“Puoi fare pratica a tirare otto ore al giorno, ma se la tua tecnica è sbagliata diventi solo molto bravo a tirare nel modo sbagliato. Allenati sui fondamentali e il livello di qualsiasi cosa tu faccia aumenta”.

E quindi? Quali sono questi fondamentali su cui ci dobbiamo allenare?

3. Imparare ad imparare

Per fortuna, questi fondamentali non hanno niente a che vedere con iper produttività e stili di vita da eremiti per dedicare tutto allo studio.

Non significa che non dovrai impegnarti e studiare, ma significa che è meno peggio di quello che sembra.

Tornando ai fondamentali, parlando di studio la cosa più fondamentale che mi viene in mente è imparare ad imparare.

Per imparare ad imparare, una certa Barbara Oakley ha detto che non devi concentrarti ed essere iper produttivo il 100% delle volte.

Ma scusa, chi sarebbe questa? No, ma nessuno, è solo una professoressa di ingegneria all’Università di Oakland, autrice di più di 10 libri e (tra cui il famoso Learning How to Learn, in Italiano Una mente per i numeri) e la creatrice del corso online più seguito del mondo (si trova su Coursera, e il corso è proprio sul tema imparare ad imparare).

Quindi, se lo dice lei ci possiamo fidare, giusto? Nello specifico, dopo tante ricerche condotte con neuroscienziati, ha creato un modello su come funziona il cervello quando apprende.

Semplificando per i non addetti ai lavori, ha individuato due modalità su come funziona il cervello:

  • la Focused mode (modalità concentrata) e
  • la Diffused mode (modalità diffusa).

Quale delle due è meglio per imparare?

Ad una prima occhiata, sembrerebbe meglio la modalità concentrata.

Cioè per studiare bene ti devi concentrare, mica leggere svogliatamente guardando sul cellulare i video unboxing dei forni per pizza su YouTube. Giusto?

In realtà no, e per fortuna sono necessarie entrambe.

La modalità concentrata è quella in cui entriamo quando facciamo pratica (quando studiamo).

La modalità diffusa (tra cui il cazzeggiare e il sonno) è fondamentale perché in questa fase il cervello crea nuove sinapsi.

Per chi studia o si trova a risolvere problemi per lavoro, una pausa caffè o dormirci sopra funziona sempre, come quando la stampante ricomincia a stampare dopo che la spegni e la riaccendi.

Ma il cervello crea le sinapsi solo se prima c’è stata una fase di concentrazione, quindi cazzeggiare e basta con la scusa che stai creando sinapsi non vale.

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Conclusione

Spero che questo articolo ti dia un po’ di consapevolezza e non ti faccia perdere le speranze se vuoi intraprendere questa strada.

Ma bisogna essere realisti: se devi fare il test di ingresso a professioni sanitarie non ti nego che sono difficili, e potrebbe essere necessario ripeterlo più di una volta.

Non possiamo farci nulla, se non preparare un piano B (ti consiglio questo articolo).

L’importante è non arrenderti, perché la verità è che ti ritrovi a competere con persone che che sono alla loro quinta volta o hanno già qualche anno di università alle spalle, e tu magari no.

Un bambino che cade mentre impara a camminare non inizia a pensare “forse mi sto rendendo ridicolo, sono troppo scemo per fare questo, non sono abbastanza atletico, cosa penserà la gente di me?” e smette di provarci.

Ridicolo se ci pensi, vero? E allora perché farlo quando impari a passare i test d’ingresso?

In ogni caso, siamo a maggio, e fino a settembre c’è tempo per prepararsi (col classico AlphaTest o con i corsi su YouTube e le simulazioni online).

Se vuoi leggere un altro articolo sul tema, ti consiglio questo.

Ti auguro buona fortuna, e grazie per aver letto fino a qui! A presto!

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